Euteknos. Una nuova forma

“Ma chi vuol vivere felice fino alla fine dei suoi giorni deve riconoscere che ogni movimento privo di ragione, di ordine, di struttura, di ritmo e di proporzione e tutto quanto ha qualcosa a che fare con il male manca completamente di numero; non c’è nessuno che, ignorando il giusto, il buono e il bello,…senza avere di essi raggiunto una retta opinione, potrebbe essere in grado di persuadere davvero se e gli altri”
Platone – Epinomide (978a)
Il tempo del deforme e dell’informe è finito.
Il “Contemporaneo”, che dell’arbitrio individuale ha fatto la scialuppa di salvataggio dopo il naufragio del massificante razionalismo del “Moderno”, non ha futuro, ….perché non ha mai avuto un passato.

Non si possono legare i destini di interi distretti produttivi alla lotteria della “creatività”, cioè all’estemporanea “espressione” del singolo, sporadica esternazione personale di stimoli e impulsi gastro-genitali.
La deformità e l’informità, frutto di linguaggi creativi autistici ed autoreferenziali, se estrapolata dal contesto psicoterapeutico per cui era stata pensata ed applicata a oggetti di uso civile, non garantisce prospettive ai distretti che li producono, perché non genera valore in quanto totalmente priva di parametri di valutazione di merito, ne riconoscibilità al sistema, perché avulsa da ogni riferimento canonico.
E’ giunto il tempo di ricercare una nuova forma, una forma nuova che dia finalmente corpo al tempo nuovo.
Una forma dell’intelletto che trovi nella ragione, nell’ordine, nella struttura, nel ritmo, nella proporzione, la propria essenza e le ragioni della propria esistenza.
Una forma universale perché valutabile nel merito ed espressa con i canoni di un linguaggio comune e condiviso.

Una forma che faccia dell’armonia il proprio fine e del Decoro la propria missione